Riciclare i contenitori, gli imballaggi e gli oggetti di plastica che buttiamo è un comportamento virtuoso che sta ormai diventato una “bella abitudine” per la maggioranza degli italiani.
Quello che però non viene spesso ripetuto a sufficienza è che non tutte le plastiche sono realmente riciclabili.
Alcuni polimeri, infatti, non possono essere lavorati dalla filiera del riciclo o per motivi tecnici o per questioni economiche legate ai costi.
La migliore azione che possiamo fare è quindi di riuscire a distinguerli prima di buttarli in modo da conferirli direttamente nell’indifferenziata aiutando la catena del riciclo a lavorare con più efficenza.
Sembra facile a parole, ma nella realtà come fare?
Niente paura, il modo migliore è controllare se sull’etichetta è stampato il codice che permette di riconoscere il materiale, oppure cercare la sigla che lo identifica.
Una volta identificato il codice o la sigla potrete distinguere chiaramente il tipo di plastica con cui è fatto l’oggetto che stiamo per buttare.
Se ad esempio vediamo scritto 1 sappiamo che quel contenitore è in PET, materiale con cui sono fatte quasi tutte le bottiglie di plastica ad uso alimentare per acqua, bibite e bevande e si è Riciclabile
Se nel simbolo vediamo invece scritto 3 sapremo che quel materiale è PVC, con cui sono fatti alcuni flaconi di detergenti , ma anche tubazioni o oggetti in plastica come secchi e vaschette e non è riciclabile se non in impianti speciali.
Consultando la tabella potrete quindi facilmente identificare il materiale dell’oggetto in plastica che volete differenziare, migliorando la qualità del vostro riciclo domestico.
Le piccole abitudini quotidiane fanno la differenza!
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